Innovazioni

Ecco cosa possiamo trovare oggi sulla Est del Rosa: i disagi di una vita di altri tempi. Il rifugio Marinelli è un ricovero in pietra umido e freddo, ci si raggomitola nelle coperte che puzzano di muffa, si resta a sonnecchiare aspettando la mezzanotte o la una, a seconda che si è mattinieri o poltroni, ci si fa una bevanda tiepida nel pentolino che non viene lavato da più di un secolo, ci si avvia traballando sui ramponi verso il canalone (…)
Una valanga sulla Est (a cura di E. Ferrari e A. Paleari)
In questo preambolo è suggestivamente rappresentata la condizione che l’elite di chi frequenta queste altitudini con l’intenzione di andare oltre ben conosce, e sopporta nel nome della lotta con l’Alpe.
2013-01-17 15.34.43

La capanna Marinelli, per via della sua collocazione a ridosso di un grosso sperone roccioso che la protegge dalle intemperanze del superiore ghiacciaio della Nordend, rappresenta l’ultimo baluardo sicuro prima di affrontare le famose – anche se forse oggi in parte desuete – vie alpinistiche che la sovrastano. E’ frequentata (vedi libro di rifugio) sia da cordate di alpinisti diretti alla Nordend o alla Doufur, sia da escursionisti esperti che abbiano voglia di immergersi in profondità nei panorami mozzafiato del versante himalayano del Rosa.

La costruzione contro roccia è sì una garanzia di protezione, ma presenta tuttavia alcuni svantaggi legati a fenomeni di infiltrazione delle acque che, soprattutto nel periodo invernale quando la struttura rimane in parte sommersa nella massa nevosa, tendono a creare all’interno un elevato livello di umidità che non fa a tempo a risolversi neppure in periodo estivo, per via di una sporadica frequentazione e di un relativamente scarso arieggiamento dell’unico locale non riscaldato.

Da una recente disamina effettuata durante un sopralluogo con Massimo Minotti e Lorenzo Maritan del Cai Milano, si è ipotizzato – misurando per sottrazione i considerevoli spessori murari – che chi la ideò e costruì nel lontano 1865 fu ben più che lungimirante e previde non solo un provvidenziale vespaio realizzato con rocce costipate, ma anche le quattro pareti perimetrali – compresa quella contro roccia – realizzate in pietre squadrate, fugate a raso e dotate di intercapedine.

Per la sua originaria ottima fattura e per accorti interventi realizzati nel tempo il rifugio versa, tutto sommato, oggi in uno stato di buona conservazione, fatte salve alcune parti al piede dei paramenti interni in perline di legno che sono marciti a causa della poca circolazione dell’aria dovuta all’accumulo errato di materiali igroscopici.

Per questa ragione la Sezione di Milano, anche grazie a un contributo economico richiesto alla Commissione Rifugi e Opere Alpine del raggruppamento lombardo del CAI, ha deciso di intervenire con alcune opere di riqualificazione, volte a un principio di economia e di semplificazione d’uso conseguibile anche attraverso una relativa rarefazione delle dotazioni e degli arredi interni. L’obbiettivo è quello di ridurre al minimo le manutenzioni e gli interventi preservando e salvaguardando la muratura originaria, ma senza alterare le caratteristiche architettoniche ambientali dell’edificio, forte ancora oggi della sua robusta e previdente costituzione.

Gli interventi, che si vogliono suddivisi su due annualità, prevedono, oltre alla pulizia e bonifica degli spazi interni attraverso la rimozione di coperte materassi e arredi fissi mal collocati e a puntuali interventi di ripristino sulla copertura sulle murature esterne sui paramenti interni e sugli infissi, alcuni piccoli accorgimenti per migliorare l’abitabilità interna e le condizioni igieniche di utilizzo.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Si eviterà la fornitura di materassi, considerando che il pernottamento in rifugio debba essere inteso come un breve riposo prima di affrontare già nelle ore notturne le ascensioni in parete, e che le nuove coperte in lana in dotazione potranno essere sufficienti agli alpinisti per raggomitolarvisi e riposarsi per qualche ora in attesa dell’attacco alla parete.

La ricettività interna sarà magari un po’ più spartana ma allo stesso tempo più funzionale anche grazie alla fornitura di un nuovo tavolo in legno con panche, che assieme all’essenziale piano cucina esistenteripulito e lasciato in opera, consentirà maggiore superficie di appoggio e una migliore convivialità.

Con queste piccole opere di conservazione si intende preservare la capanna Marinelli rendendo omaggio allo spirito con cui essa fu realizzata.

Pubblicato in Uncategorized | Lascia un commento